Le lesioni al legamento crociato anteriore (LCA) sono particolarmente comuni negli sportivi, ma anche in attività di vita quotidiana a causa di eventi accidentali. Una lesione del LCA, o peggio la rottura, comporta un’instabilità del ginocchio più o meno grave che può compromettere seriamente la funzionalità quotidiana e la capacità di svolgere attività fisiche. Nei pazienti quotidianamente molto attivi o negli atleti la lesione rappresenta un ostacolo significativo, esponendoli maggiormente a complicazioni secondarie come il sovraccarico di altre strutture muscolo scheletriche e l’aumento della probabilità dell’insorgenza di osteoartrosi negli anni a seguire. Dopo una lesione del LCA l’interruzione delle afferenze propiocettive veicolate dalle terminazioni nervose sensoriali presenti sul legamento, più comunemente denominate meccanocettori intrinseci LCA, implicano una riorganizzazione del sistema nervoso centrale (SNC), il quale andando in “protezione” altera gli schemi di attivazione muscolare, causando quindi un compenso istantaneo in grado di alterare la biomeccanica del movimento. Una lesione del LCA non trattata o non adeguatamente riabilitata può portare pertanto a una degenerazione articolare precoce. L’instabilità articolare prolungata ed i compensi possono infatti causare lesioni secondarie, come danni ai menischi, alle cartilagini e agli altri legamenti, aumentando il rischio di artrosi nel lungo periodo. Il ruolo della fisioterapia, nel trattamento conservativo, è di grande importanza in quanto permette, attraverso strategie neuromotorie, di veicolare il sistema nervoso centrale verso una riorganizzazione che sia in grado di compensare l’instabilità tramite la riacquisizione di un corretto controllo neuromuscolare. Sfruttare a pieno l’azione delle componenti muscolari agoniste del LCA permetterebbe al paziente di ristabilire quindi una corretta biomeccanica migliorando la qualità del movimento in prevenzione alle complicanze secondarie sopracitate e se le condizioni lo permettono ritornare a svolgere le attività sportive. Infatti ci sono una serie di componenti muscolari in grado di generare forze interne tali da classificarsi come “agonisti” (generano uno slittamento posteriore della tibia rispetto al femore) o “antagonisti” (generano uno slittamento anteriore della tibia rispetto al femore) della funzione del legamento crociato anteriore. Inoltre alcuni di questi muscoli cambiano la loro influenza in base al contesto in cui esercitano la loro azione, se ritrovano in catena cinetica chiusa o aperta. Antagonisti: il muscolo gastrocnemio è il maggior antagonista del LCA, esso con la su azione trasla posteriormente i condili femorali sottoponendo la tibia ad uno scivolamento anteriore. L’azione sincronia dei muscoli gemelli e soleo determina uno slittamento anteriore della tibia in quanto i gemelli sono anatomicamente più forti. Sono due quindi le principali opzioni terapeutiche: il trattamento conservativo e la chirurgia ricostruttiva. In assenza di intervento chirurgico i pazienti possono sottoporsi al cosiddetto trattamento conservativo, che non sempre può essere efficace. Esistono pertanto i cosiddetti “cooper”, pazienti predisposti ad una risposta ottimale al trattamento conservativo e in grado di rientrare all’attività sportiva, “non cooper” pazienti non predisposti che necessitano di un intervento chirurgico di ricostruzione del LCA per compensare l’instabilità e tronare all’attività sportiva. Anche dopo un intervento chirurgico, il recupero richiede un periodo di riabilitazione intensiva per ristabilire il rom articolare, la propricezione, il controllo neuromuscolare, la stabilità e la forza. L’intervento chirurgico tuttavia non è sempre l’unica risposta, il trattamento conservativo permette non solo di evitare deficit funzionali e quindi l’intervento chirurgico, ma anche di prevenire complicanze secondarie negli sportivi e non. In presenza di un paziente “non cooper” il trattamento conservativo si dimostra efficace in vista della preparazione all’intervento favorendo il processo riabilitativo.
Agonisti: il muscolo soleo ed bicipite femorale rientrano nella categoria di quei muscoli che sempre favoriscono l’azione del LCA. Il quadricipite femorale è lo stabilizzatore per eccellenza ma solo in contesti di catena cinetica chiusa, infatti esso in catena cinetica aperta trasla anteriormente la tibia.
Se anche tu hai subito un lesione del LCA ti aspetto al “Centro Olos” per una valutazione escoprire insieme se sei un paziente “cooper” o non.
Dott. Giacomo Biserna

